Pro Loco di Pieve San Lorenzo

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4 dicembre 2003: commemorazione dei caduti sul lavoro

La popolazione della Garfagnana, come quelle di altre zone d’Italia, ha ben conosciuto il duro lavoro in sotterraneo.

Pieve S. Lorenzo, nel dopoguerra, da questo duro lavoro ha tratto beneficio e sfortuna. Molti dei nostri padri, infatti, lavoravano non solo la terra, ma anche nella realizzazione della galleria del Lupacino.

Usciti da una guerra devastante come quella dell’ultimo conflitto mondiale, era una fortuna poter avere un lavoro sicuro e remunerativo, senza dover emigrare.

Ma il lavoro di galleria era duro senza le tecnologie dei giorni nostri: si lavorava con turni estenuanti, per otto ore, in condizioni igienico-ambientali pessime e con il pericolo sempre incombente derivato dall’uso di polvere da sparo per avanzare nel cammino in presenza della roccia più dura.

Il rumore assordante della "rivoltella" ad aria, sostenuta a braccia, forava la dura roccia, per l’inserimento delle cariche; il carico del materiale di "risulta", su rudimentali carrelli, era eseguito con il solo ausilio di piccone e pala, maneggiati da mani callose e forti, tutto al bagliore fioco di una piccola lampada che, appesa ad una trave, riusciva a malapena ad illuminare i piedi dell’operatore.

Acqua, polvere, rumore assordante: tutto questo era il lavoro in sotterraneo.

Giovani uomini imparavano così un mestiere duro ma che avrebbe dato loro una certezza per il futuro.

Vane le proteste sindacali, tutti avevano bisogno di lavorare e non c’era tempo per pensare alla propria salute.

Qualcuno provò a denunciare le condizioni di lavoro ottenendo solo il proprio licenziamento.

Il traforo del Lupacino è costato un prezzo molto alto, soprattutto in vite umane: sette le persone che hanno perso la vita per realizzare una così importante opera. Incalcolabile il numero di quelle che hanno perso la vita fino ad oggi a causa dei danni riportati dalle proibitive condizioni di lavoro.

La Pro- loco di Pieve S. Lorenzo, consapevole di tutto questo, ripropone la festa in onore di S. Barbara, patrona particolare dei minatori.

Questa festa , durante i lavori del Lupacino, era sentita e partecipata: tutti avevano bisogno di protezione e lo riconoscevano.

Con questa cerimonia vogliamo ricordare coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro che, ancora oggi, lavorano in galleria o in miniera.

In questa giornata, con la vendita delle statuette raffiguranti la santa, verranno raccolti fondi da devolvere all’A.I.R.C. (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro)

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Offerta minima € 7,50 ( relativo al costo della statua)

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