14-11-23

"...Plebem Sancti Laurentii" A.D.1148

Con il Patrocinio di

  Unione dei Comuni della Garfagnana Comune di Minucciano   Comune di Casola Lunigiana   Pro Loco di Pieve San Lorenzo

SABATO 11 NOVEMBRE - GIORNATA CONCLUSIVA DELLE CELEBRAZIONI

Ore 16.30 Accoglienza delle delegazioni, saluti e presentazione della manifestazione  

Ore 17: Conferenza Prof. FRANCO BONATTI: "La Pieve di San Lorenzo nella Diocesi di Luni e la bolla di Papa Eugenio III"

Saluti e commiato arch. Stefano Calabretta

   

Saluto ognuno di voi, ma, in particolare, saluto, personalmente, il nuovo “Pievano” don Marcello Franceschi; mi piace chiamarlo Pievano, e credo di essere stato il primo a chiamare Pievano, don Massimo Redaelli, al suo insediamento a Codiponte e da qualche giorno anche nuovo Vicario di Fivizzano, diventando riferimento di 49 Parrocchie e 4 Pievi, cioè Codiponte, Offiano, Viano e Vendaso, quattro delle 17 Pievi nominate per la prima volta nel Privilegio Solenne che oggi ricordiamo.

Privilegio Solenne, come, giusto ieri, Franco Bonatti mi ha fatto notare essere questa la definizione corretta, ma lascio a lui ogni spiegazione dettagliata.

Voglio accomiatarmi da questa esperienza, ripercorrendola, in pochi minuti, ma soprattutto, cercando di salutare come si deve, questi straordinari compagni di viaggio. Vorrei ricordarli tutti, uno per uno, ma è difficile, perché la memoria non mi aiuta; nominerò per tutti almeno Valeria, Rosita, Silvia, Massimiliano, Aldo, Oreste, Placido.. e poi, don Luca, che, pur avendo partecipato poco alle nostre riunioni, non ha fatto mai mancare la sua presenza rassicurante. C’è stato tutte le volte che serviva, all’inizio, nel giorno fatidico di San Lorenzo, e oggi, in giorno di San Martino e nella data esatta di emissione del Privilegio, che tra poco Franco Bonatti, uno dei tanti studiosi che ci hanno accompagnato, ma, mi piace dirlo, il più grande conoscitore vivente della storia della Diocesi di Luni, penso non sia esagerato definirlo erede di Geo Pistarino, con la sua profonda conoscenza del documento e delle condizioni politiche nel quale fu prodotto.

Siamo a oltre 11 mesi da quella prima giornata, il giorno dell’Epifania, nel quale, alla Pieve gremita, presentammo il nostro programma di eventi. Ci siamo visti, con regolarità, durante l’anno, per organizzare al meglio e per godere del nostro lavoro durante gli eventi; abbiamo intensificato gli eventi stessi nell’estate, percorrendo con i racconti degli Studiosi, le tappe che ci hanno condotto dalla Protostoria, quando questi luoghi erano abitati dai fabbricanti delle Statue Stele, fino ad oggi, passando per la presenza Ligure, quella Romana, poi la Cristianizzazione, la costruzione della Pieve, fino ad indagare gli effetti del Sisma del 2013.

Ho mancato un solo appuntamento, e mi voglio ancora scusare con Fabio Baroni, amico da lungo tempo, studioso che non perde occasione per dimostrare attaccamento ed amore a questo territorio, e fortunatissimo partecipante a quella stagione nella quale si mossero i primi passi, qui, con Augusto Cesare Ambrosi, allora Sindaco di Casola.

Devo ringraziare, personalmente, tutti questi amici, esperti storici e profondi conoscitori del territorio, che hanno risposto con entusiasmo alla mia chiamata: (in "ordine di apparizione") Piero Barbieri, Anna Nancy Rozzi, Giuseppe Benelli, Paolo Lapi, Fabio Baroni, Riccardo Boggi, Alma Ambrosi, Eliana Vecchi, Angelo Ghiretti e Marta Colombo, Paolo Bissoli, e Franco Bonatti.

Voglio poi ricordare anche Barbara Pintucchi e Martina Colapietro, docenti e ricercatori dell’Università di Firenze, e anche loro presenti grazie ad Aldo Frediani, che ci hanno introdotto alle problematiche strutturali del campanile della Pieve e che speriamo tutti, possano presto occuparsi di un intervento risolutore dei problemi evidenziati.

Due momenti toccanti, per me, sono stati vedere presente già alla prima Conferenza Gabriella Martini, vero anello di congiunzione tra noi, e quei tempi che definirei eroici, nei quali persone con Augusto Cesare Ambrosi, ma anche Tiziano Mannoni, ispirati da altri giganti come Nino Lamboglia e Ubaldo Formentini, mossero i primi passi verso l’applicazione qui di sistemi di scavo archeologico moderni e innovativi.

L’altro momento è stato quello della commemorazione del Prof. Ambrosi, qui noto e ricordato anche come Sindaco di Casola, che ho avuto la fortuna di conoscere da giovane studente universitario, circa 35 anni fa.

È stata un’esperienza stupenda, e non lo dico per dovere, ma perché ho avvertito alcuni precisi elementi per nulla scontati: il calore umano ed il senso di accoglienza, e la costante certezza condivisa che si stava facendo “la cosa giusta” per la Comunità, per il territorio.

Chiudo su questo punto, su queste parole: Comunità e Territorio ove questa Comunità esplica e conduce la propria vita quotidiana. Abbiamo assistito allo spopolamento delle campagne, col mutare dell’economia; oggi si fa un gran parlare di “ripopolamento delle aree interne”, tema a me noto e nel quale, professionalmente, mi sono impegnato per gran parte della mia attività professionale.

Lo Stato ha emesso una legge sulle “aree interne”, ossia quelle aree indicate come “depresse”, legge però, mai finanziata adeguatamente, come a dire: “conosciamo bene il problema, ma non abbiamo soldi per risolverlo” o forse, ci verrebbe da pensare, “preferiamo spendere i soldi altrove”!

L’esperienza qui consumata, vissuta, credo abbia evidenziato una cosa precisa: con poco, con l’impegno e l’ardore di pochi, si può fare molto per la Comunità, anche se non si hanno aiuti … penso che basterebbero due persone in ogni paese, due qualsiasi, di quelle che ho nominato e che hanno dato vita al Comitato, per vedere Comunità più vive, più coese, più coscienti del passato, più forti verso il futuro.

Se proprio devo spendere una parola negativa, è quel senso di frustrazione causato dal silenzio e mancato aiuto delle Istituzioni! Sarebbe bastato poco, e comunque, dobbiamo ringraziare le poche ma significative presenze di Amministratori Pubblici, che, alcune presenze, ci hanno donato, tra questi senz’altro Riccardo Ballerini, Sindaco di Casola in Lunigiana.

Abbiamo dunque finito? No, non abbiamo finito, perché si è decisa e condivisa l’idea che questo grande lavoro vada lasciato a chi verrà sottoforma di un libro, che raccolga e sappia raccontare questa bella storia vissuta. Stiamo già lavorando a quest’opera; mi auguro che almeno per questo, gli Enti ci aiutino, sperando che le parole abbiano senso, ed il senso che deve accompagnarci ancora, è questo: “solo una profonda conoscenza del nostro passato e della consapevolezza di “chi siamo” ci aiuterà ad affrontare il futuro e, soprattutto, ci aiuterà ad accogliere il diverso, convinti che quel passato non può essere scalfito, né compromesso, perché messo al sicuro” nelle nostre coscienze.

Grazie,

Stefano Calabretta

INDEX 875° 

CALENDARIO delle Conferenze

Medaglia commemorativa

Annullo filatelico

Informazioni su Pieve San Lorenzo

Informazioni sulla pieve romanica

HOME

Ultimo aggiornamento: