Il mio paese

I Termini di confine

Ricerca di Giovanni Martini

Termine, dal latino Terminus, sta ad indicare la parte estrema, il limite estremo di un luogo, di un terreno: il confine.

Di solito è una pietra piuttosto lunga, conficcata nel terreno per indicare il confine di una proprietà. Nella parte superiore del Termine è scolpita una croce.

La pietra usata per Termine è di natura o formazione diversa dalla pietra locale.

Nei terreni dove affiorano pietre CALCAREE, formate da carbonato di calcio, si adoperano pietre di ARENARIA, per rintracciare a vista il Termine distinguendolo da altre pietre. I grandi proprietari usavano far incidere sui Termini le loro iniziali.

A Pieve San Lorenzo, in alcuni castagneti, i Termini mostrano le iniziali M. M. (Mario Mansi), un industriale lucchese del XVI-XVII secolo.

L’amministrazione delle ferrovie mette i cippi con le lettere: F.S. (Ferrovie dello Stato)

Il Termine era sacro anche presso i Romani che lo rappresentavano come un Dio che veglia sui confini dei campi e veniva invocato come vendicatore delle usurpazioni. Era rappresentato sottoforma di una pietra quadrata, spesso sormontata da un busto virile, e segnava il limite dei campi e dei predium assegnati ad un cittadino romano.

Il culto del dio Termine fu introdotto dal secondo re di Roma, Numa Pompilio, per proteggere le terre dei Romani dalle scorrerie ed usurpazioni dei popoli vicini.

A Roma fu edificato un tempio al Dio Termine al quale si offrivano le primizie agresti: fiori, frutti, agnelli e porcellini lattanti.

In onore di questo prezioso dio, si celebravano le feste dette dei Terminalia, rocorrenti nel mese di febbraio.

Nella Lunigiana Orientale, i Termini erano considerati sacri e come tali dovevano essere rispettati da tutti.

Si narra che un uomo senza timor di Dio, andò a rimuovere, nottetempo, un Termine in una selva per ingrandire il suo castagneto. Appena divelta la sacra pietra, nella buca apparve una mano nera: era la mano del diavolo! L’uomo si spaventò così tanto che morì all’istante.

Quando ero ragazzo andavo nelle selve e nei castagneti, i miei genitori mi raccomandavano di non scarpire i Termini, ritenuti cosa sacra.

Negli Statuti di Fivizzano del 1581 (Pietro Tedeschi Ed. Tipografia Conti), alla RUB. 18, pagina 74, è stabilito che chi rimuove un Termine posto nei confini delle terre, sia condannato a pagare lire 20 imperiali ed a rimettere a proprie spese il Termine nel posto primitivo.

 

I Termini o Confini che delimitavano le Terre di Oltre Giogo del Ducato di Lucca ed il Granducato di Toscana di Leopoldo II dal 1824 al 1859

Termine BonosoloI° Termine in località Bonosolo di Pieve San Lorenzo, nei pressi del vecchio mulino e frantoio dei Tolomei. Termine di pietra arenaria anno 1838, a forma di parallelepipedo, altezza m.1,20 rastremato all’estremità, sulla quale è assicurata una croce di ferro che segnava la stazione dove il Sacerdote faceva la richiesta a Dio durante la processione delle Rogazioni.

 

 II° Termine località Bagno. Gigantesco blocco di tufo sul quale si notano i resti di un pilastro in muratura. E’ assente la croce.

N.d. R Purtroppo il suddetto blocco, da quanto emerso dopo una recente ricognizione, non risulta più nella sede originaria.

Termini Montale

 

 

 

 

 

Termine T L

III° Termine di arenaria n.26 in località Montale nei pressi di Pugliano, sulla strada mulattiera Pieve-Bugliatico-Palazzo-Lagobelli-Montale-Vigneta- Reusa-Turlago-Fivizzano.
Altezza m.1,40 a forma di parallelepipedo con estremità leggermente arrotondata. Nella parete a sud si nota la lettera L Lucca a indicare le terre soggette al Ducato di Lucca di elisa Baciocchi, sorella di Napoleone I° e nella parete a nord si nota la lettera T: Toscana 1838.


A dieci passi, un altro Termine, di misura più modesta, indicava la separazione del “Comune di sopra” con Pugliano, Antognano e Corubbio ed il “Comune di sotto” con Pieve San Lorenzo, Vinacciara, Bugliatica, Novella, Renzano, Bergiola.

Altro Termine della stessa dimensione e forma, è situato in località Momoreta, nelle vicinanze della casa detta Ca’ di Cecco.

Ultimo Termine “comunale” in località Malandrone, formato da una grotta calcarea.

Questi ultimi tre Termini delimitavano le due comunità di Pieve e di Pugliano per un fatto puramente “agricolo” e cioè per la vendemmia.

Ogni anno il Vicario delle Terre di Oltre Giogo, che risiedeva a Minucciano, decretava l’inizio della vendemmia che a Pieve iniziava circa 15 giorni prima di Pugliano per ovvie ragioni di altitudine e di epoca di maturazione dell’uva stessa. Il decreto comminava ammende per i trasgressori.

Segue Ricerca sui Termini

Montale altoAltri due Termini:

Il primo, una pietra monolitica di arenaria, importata, misura circa cm. 60/70, murato alla base con calce, in località Castagnolo oppure Montale, non presenta la lettera L, ma ha la lettera T.

Il secondo, affiancato a questo, di dimensioni più modeste, meno lavorato, presenta sulla sommità un segno di croce +.

I due manufatti sono ubicati sulla sinistra della via carrabile Lugigliano-Montale per Vigneta e Reusa, lato Sud, prospiciente il Monte Pizzo d’Uccello.

 

Nota Storica

Il Granduca di Toscana; Leopoldo II, che regnò dal 1824 al 27 aprile 1859, volle sistemare i confini con il Ducato di Lucca, di Sua Altezza Serenissima, il Principe di Piombino, Felice Baciocchi, sposo di Elsa, sorella di Napoleone, Imperatore.

Il 10 dicembre 1807, il Ducato di Lucca, per volere dell’Imperatore, passa al figlio di Luisa, Infante Don Carlo Lodovico di Borbone e nel 1837, per il terremoto del giorno 11 aprile, Carlo Lodovico distribuisce aiuti alla popolazione di Minucciano colpita dal sisma e Leopoldo di Toscana ricostruisce quasi tutto il paese di Ugliancaldo e la chiesa parrocchiale di Argigliano, che con Casola faceva parte del Ducato.

Leopoldo II, figlio di Ferdinando II, regnò per 46 anni, dal 1824, al 27 aprile 1859 giorno della sua partenza da Firenze. Con l’unificazione dell’Italia, fu spogliato dello stato e si ritirò in Austria, dove morì nel 1870. I Fiorentini lo chiamavano Er Canapone, per i suoi capelli biondi, color canapa.

In Lunigiana promosse il benessere istituendo scuole classiche come il Liceo di Pontremoli, scuole artigiane e di agraria, ospedali e case di raccolta dei gettatelli. Istituì strade carrabili in tutti i paesi del Ducato. Allacciò relazioni commerciali con Reggio Emilia e Cremona con l’apertura della via del Passo del Cerreto.

 Vedi Termini e Confini - Mappe dell'Archivio Storico di Lucca

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