Il mio paese |
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LA SCUOLA Ricerca del Maestro Giovanni Martini Nell’anno 1861 il ministro
dell’istruzione dette incarico all’ispettore delle scuole elementari,
Vincenzo Cavalli, di ispezionare le scuole della provincia di Massa e
redigere una relazione per il ministro del tempo. Nell’anno scolastico 1864/1865 fu un fiorire di
aperture di scuole in tutta la Garfagnana e la Lunigiana, per l’insistente e
martellante richiesta dell’ispettore e degli abitanti. Vi furono famiglie di
condizioni modeste che offrivano al comune una stanza pur di avere una
scuola dove i ragazzi imparassero “a leggere, a scrivere e a far di conto”. Nella frazione di Argigliano, comune di Casola, il
parroco, di sua iniziativa, aprì una scuola gratuita frequentata anche dai
ragazzi di Pieve San Lorenzo. Argigliano, aveva fatto parte, con Casola, del
Granducato di Toscana, fino al 27 aprile 1859, mentre Pieve San Lorenzo
aveva fatto parte del Ducato di Lucca con le “Terre di oltre giogo”, che gli
“argigliani” chiamavano con disprezzo “lucchesi” e questi, di rimbalzo,
chiamavano “fiorentini mangia fagioli”. In realtà, il Ducato di Lucca e, quindi, Pieve San
Lorenzo, faceva parte del Granducato di Toscana, venduto a Leopoldo II
(1847) da Carlo Lodovico per 120 mila fiorini d’oro, ma era questione di
vecchia ruggine fra due paesi. E’assai difficile stabilire quando fu aperta la prima
scuola a Pieve San Lorenzo. Mancano i documenti. L’ispettore Don Vincenzo Cavalli fu il pioniere
dell’istruzione in Lunigiana e in Garfagnana. Nel settembre del 1865 fu
trasferito dal Ministero della Pubblica Istruzione, forse ad un incarico di
più alto livello per le sue capacità organizzative, oppure fu vittima della
Massoneria italiana che, in quegli anni, faceva il buono o il cattivo tempo
in tutti i ministeri dello stato. L’anziana maestra Tognoli Teodolinda,
sposata Menchini, esercitò l’insegnamento per 40 anni, amata, rispettata da
tutti. Abitava a Renzano e raggiungeva a piedi, in un primo tempo, Novella
e, successivamente, il Molinello. Non esistevano strade, solo sentieri
impraticabili, specialmente nell’inverno. Non esistevano ponticelli per
passare il torrente Martellino, che spesso era in piena, ma vi era un
traghettatore, il falegname del paese, Giannetti Battista da Novella, uomo
robustissimo. Il novello San Cristoforo, con la sua forza atletica,
traghettava la maestra da una sponda all’altra, anche nel più rigido
inverno. Il mio primo pensiero, allorché arrivai a
far parte dell’amministrazione comunale, fu di congiungere Renzano con una
stradetta carrozzabile, affinché
la mia maestra, che amavo come la mia mamma, potesse raggiungere il paese di
Renzano, oppure Pieve San Lorenzo, comodamente seduta su una Fiat “Topolino”
(1947/1950).
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