INFORMATORI:
Torre Salvatore, Pieve San Lorenzo - Torre Benedetto, Pieve San Lorenzo (Beppino)
- Giglia Pierotti,
1927
Metra
Mia nonna mi raccontava che a Metra c’era un giovanotto che andava a veglia a Sermezzana dalla fidanzata e allora questa qui quando è stato per venir a casa … prima di arrivare a Metra c’era una vasca e poi c’era un prato, questo qui sapeva che c’erano questi streghi perché erano gente del paese che rubavano mangiavano e poi andavano a ballare di qua e di là però dicevano che non potevano passare dove c’era una croce e questi erano scappati e questi di Sermezzana quando erano arrivati vicino erano scappati in cima a una pianta grossa che mia nonna diceva che chiamavano "pioppo degli streghi"e questo che era di Sermezzana c’ha piantato uno stile visto che avevano uno stiletto a quei tempi e gli dicevano "leva quello stile" e diceva "No, domani mattina" "non posso scendere" " lo so"lui gli diceva sicché gli ha lasciato questo stile fino alla mattina la mattina è andato e l’ha levato e questo è sceso giù e gli ha detto con te domattina facciamo i conti, quando è stato sera dopo qualche giorno questa persona è sparita e l’hanno trovato ammazzato nel campo e lo chiamavano "il campo dei morti" , l’avevano ammazzato durante la notte e l’hanno portato in un campo e gli hanno fatto una buca e l’hanno sotterrato lì.
Poi ce n’è un’altra: che diceva che andavano a ballare nell’aia e dicevano che era andata a ballare con questi streghi. Questa era coraggiosa, erano giovanotti, e questi streghi che gli dicevano:" Balla, balla Maria grossa, che domani ti facciamo la fossa!" perché ormai li aveva riconosciuti, e alla fine è sparita anche quella lì.
E noi avevamo paura , a casa ragazzi, perché dicevano:"Dopo l’Ave Maria, gli streghi per la via" e non stavamo a giocare per la strada.
C’era una famiglia che erano i contadini del prete a Pugliano, gli mancavano gli agnelli e ritrovavano la testa sul davanzale, picchiavano alla finestra, ma loro non andavano a vedere chi era, perché erano gli streghi.
Dicevano che rubavano galline o conigli, poi andavano sul tetto, dopo aver rubato, e tiravano giù dal camino il collo o magari la zampa e dicevano "E’ il baffardello che ha portato via le bestie" e loro non uscivano a vedere chi era.
Mia nonna mi raccontava quella del "Baffardello" e diceva che era un omino con le gambine corte che dormiva sotto i letti dei ragazzi e mia nonna mi diceva che c’era una donna che faceva la tela e il Baffardello tutte le sere gliela sfaceva e lei, pensa e pensa come fare, e allora un giorno dice "Quel bell’omino che mi sfa la tela, perché non la rifarà?" e tutte le sere lo ripeteva e allora una notte sente il rumore del telaio e era lui che rifaceva la tela.e era un omino dalle calze rossa e dal berretto rosso.
La gente aveva paura la notte perché erano pericolosi.
Se passava un uomo questi streghi gli chiedevano:" Per chi è fatta la notte?" doveva rispondere "Per mi, per ti e per chi può passar di lì." se uno gli rispondeva differente lo ammazzavano.
La "Margolfa" era una donna grossa con la gonna larga che portava via i ragazzi, passava e se li nascondeva sotto la gonna. E ci dicevano state attenti perché arriva la Margolfa.
Se non dicevamo il rosario, guai...
La "Carcaecchia" era lì in piazza, sotto il voltone, si passava lì sotto e dicevano: "C’è la Carcaecchia".
Al buio là dentro si vedeva una testa e dicevano che era la Carcaecchia. Ci mettevano una zucca, svuotata, con una candela dentro.
Là nel Padule c’era la taschella bianca,venivamo da Bugliatica, in quella strada stretta, non guardavamo mica, perché c’era la taschella bianca, la sera, … avevamo paura.
C’era un altro posto, su da Saldina, dove si trovavano questi streghi, dopo aver rubato galline e conigli. C’era un bel prato, mangiavano e bevevano e quello che passava di lì l’hanno fermato, gli hanno fatto la domanda, lui ha risposto bene e l’hanno lasciato andare.
C’erano anche a Bergiola. Portavano gli agnelli, li ammazzavano e li mangiavano. C’era un castagno bucato, una volta era sparito un agnello e dopo aver rubato mangiavano e bevevano.
La notte di Natale si dovevano fermare tutti i lavori e anche i molinari facevano lo stesso, usava filare una lana per fare i vestiti al telaio, questo mugnaio invece macinava, a un certo punto la macina si ferma, lui va a vedere e vede due rospi, che avevano bloccato il mulino e uno dice dice " Portalo via" era il diavolo! "Non posso ha la lana delle quattro tempore addosso." e non ha potuto portarlo via.
Le quattro tempore sono quattro giorni nell’anno che non so se sono al cambiamento delle stagioni, non ricordo, so che si digiunava come se fosse vigilia, uno mi sembra che fosse la vigilia dell’Ascensione, quando si fanno le rogazioni.