PIAN DAL LAGO

Informatore: Alfredina Bertolini

Sermezzana 1951

Intervista di Valeria Martini e Claudia Bertagni 10 luglio 2005 Magnano

C’era una chiesina sfatta, poi si continua e in fondo, giù nel fosso, c’era questo mulino e dice che… infatti c’è la localizzazione del mulino, ci sono dei resti… me la raccontava la mia nonna Cesira, che ora è morta. In questo mulino c’erano dei fratelli, quanti non lo so: se erano due o tre, tutti fratelli, erano molto poveri e la notte di Natale non avevano nulla da mangiare. E allora dice uno: “Ma con qualcosa bisogna pur festeggiare, è Natale!” Allora tirarono fuori una padella nera, proprio di quelle scure di ferro, e l’unica modo che avevano, per fare un po’ di unto, un po’ di grasso per friggere le frittelle, era questa cotennina, era l’unica cosa che avevano, insieme a un po’ di farina. E allora misero questa cotenna in questa teglia, in questa pentola nera, sul fuoco, e questa cotenna, era da poco che gli era morta la mamma, si è trasformata… non so se in un rospo, o in un orso, in qualcosa non mi ricordo bene e gli chiese a questo che cosa voleva e loro gli dissero: “Volevamo solo mangiare questa sera che è la notte di Natale.” E ebbero la soddisfazione di avere un bel pranzo di Natale. […] Questa me la sono sempre ricordata perché mi aveva toccato.
                      

Della chiesina del Pian dal lago mi ricordo un episodio quando si veniva da Pieve San Lorenzo a piedi. Sotto alla chiesina c’era una stanza, era sull’imbrunire uscì fuori una bestia grossa sicuramente ripensando adesso con la mente da adulta era un cervo un daino qualcosa così era quasi notte c’eravamo noi piccolini e mia mamma di quegli spaventi! E dicevano che c’era qualcosa, che ci si risentiva. […] Si vide questo affare nero e ci si spaventò.

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