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BERGIOLA |
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Cenni storici sulla vallata di Pieve San Lorenzo e Bergiola
di Gabriella Martini
Pieve San Lorenzo, posta al centro della vallata del Tassonaro è ed è stata polo di attrazione e di scambio in periodo preistorico e di organizzazione commerciale e politica in tempi storici ampiamente documentati.
La toponomastica della valle, come si nota dalla cartina, rende ancora riconoscibile l’organizzazione preistorica della comunità pastorale ligure-apuana e la successiva colonizzazione romana.
I Liguri, gruppi pastorali stanziatisi nella fascia medio collinare per esigenze difensive, lasciano tracce di sé nella fonetica ( la "d" cacuminale), nei frammenti di terracotta (studiati e classificati) rinvenuti nel castellaro di Renzano, ma soprattutto nel toponimo "castdar" cioè castellaro.
Ben riconoscibili ed ancora oggi così chiamati sono tre: il castellaro posto sotto Albiano, quello sotto Pugliano e l’altro sotto Argigliano.
Bergiola, castellaro posto a mezza collina fra le valli di Pieve e Minucciano, luogo di passaggio e di scambi più consistenti, forse perché abitato continuativamente, perde il toponimo ligure di "castdar" e conserva quello altomedievale di Bergiola (berg : voce celtica = collina fortificata).
A conferma degli insediamenti preistorici dei Liguri è la notavole presenza delle Statue stele rinvenute presso Minucciano.
Questi menhir ritrovati per lo più casualmente (solo uno è stato estratto dopo ricerche archeologiche), coprono un periodo che si protrae tra l’età del bronzo e del ferro.
L’area di diffusione delle statue stele è varia, ma soprattutto si estende nell’area lunigianese e nell’arco ligure, fino a raggiungere la Provenza e la Penisola Iberica.
Questi "Idols sans bouche" , idoli senza bocca, forse eroi, comprendenti anche un’eroina, ritrovati lungo l’antica via di comunicazione Pieve- Bergiola – Minucciano , dovevano far parte di un vero "santuario" preistorico protrattosi nel tempo fino al periodo cristiano.
Anche l’iconoclastia subita in tempi remoti da questi idoli, "idoli fregit" come prescrivevano i vari concili, è confermata con la santificazione del luogo mediante l’erezione dell’attuale santuario della Madonna del Soccorso.
Nel primo secolo dopo Cristo arriva la colonizzazione romanica che si sovrappone alla precedente organizzazione ligure, i castellieri perdono la loro funzione difensiva perché i fondi, le terre, i "praedium", affidati ai veterani, sono vasti e sicuri, ed i vari centri diventano: Munucanus, Aulianum, Pollianus, Albanus, Antonianus…
In seguito, con la cristianizzazione del territorio, la Pieve comprende nel suo ordinamento ecumenico i numerosi villaggi circostanti.
Imponente è la sua chiesa, in arenaria, ampia ed armoniosa nelle linee, con l’interno diviso in tre navate da due file di possenti colonne con capitelli sgusciati ed archi a leggero sesto acuto, un portale rinascimentale e sottili monofore di ispirazione gotica rendono questa Pieve Romanica unica nel suo genere.
Al centro della valle restano, dalla preistoria ad oggi un luogo di scambio, gli antichi sentieri di comunicazione, il conciliabulum, il forum, il pagus, la plebs: la pieve.