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18-03-22 |
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"Re Filippo d’Eggitto" Immagini:
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Gastone Venturelli, docente di Storia delle Tradizioni Popolari presso l'Università di Firenze, appassionato studioso e ricercatore delle forme di cultura orale, alla cui memoria è intitolata la Biblioteca Comunale che accoglie il Centro di documentazione della tradizione orale di Piazza al Serchio (Lu) nella prefazione al testo del maggio "Re Filippo d’Eggitto" rappresentato a Ca’ Rusciolo (Urbino) il 25 agosto 1974 dalla Compagnia dei Maggianti di Pieve San Lorenzo, pubblicato sotto la supervisione dell’Università di Urbino, scriveva: "Fra i titoli dei Maggi di cui vari studiosi danno notizia non figura mai questo Re Filippo d’Eggitto e nella mia raccolta, che conta oltre cinquanta titoli per un complesso di circa cento copioni manoscritti, non ce n’è che uno con questo titolo, quello appunto usato per la presente edizione e che mi è stato consegnato appositamente dai Maggianti di Pieve San Lorenzo. Solo in Garfagnana ne ho avuto notizia e da informatori che sempre facevano riferimento alla compagnia di Pieve San Lorenzo che nel 1966 lo rappresentò ben 21 volte nel proprio paese e in quelli vicini, della Garfagnana e della Lunigiana… … Datare questo Maggio è assai problematico. Il fatto che sia poco diffuso e che nessuno studioso lo citi ci può far pensare che sia piuttosto recente. Una conferma a tale ipotesi si può avere analizzandone il contenuto, che in certi tratti si discosta dal copione tradizionale Del Maggio antico e raccoglie certe innovazioni tipiche dei Maggi composti nel nostro secolo. In "Re Filippo d’Eggitto" sono infatti presenti molti elementi della tradizione antica: la lotta tra i Turchi e i Cristiani con vittoria di questi ultimi, la conversione al cristianesimo di personaggi "pagani", molte scene con guerre e duelli, personaggi tipici come la donna guerriera, vicende amorose contrastate che finiscono lietamente. Tuttavia la mancanza della strofa iniziale di lode alla primavera, la mancanza dell’epilogo con il ringraziamento al pubblico, l’assenza della figura del diavolo, il fatto che il re cristiano non sia del tutto buono, ci fanno supporre che si tratti di un Maggio non molto antico, dove sono stati ridotti al minimo gli elementi tradizionali non strettamente legati alla vicenda…. Né ci dobbiamo meravigliare se assistendo ad un Maggio dell’antica tradizione noteremo aggiunte, innovazioni, eliminazioni di scene o di personaggi. I copioni dei Maggi sono comunque sempre anonimi, sono patrimonio comune e chiunque abbia un po’ di estro o di fantasia può mutarli a suo piacere e senza che qualcuno abbia qualcosa da obiettare…" |