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Il gioco della palla al balzo
Sui testi scolastici è spesso rappresentata una scena
di vita romana dove alcuni ragazzi si passano, rimbalzandola, una palla,
facendola passare su un piccolo tetto. Questo tipo di gioco alla palla,
che rimbalza e frena la sua corsa su un tetto, nelle stesse identiche
forme e maniere usate dai romani, è stato ed è ancora oggi praticato
nella nostra valle.
Fino a poche decine di anni fa lo si giocava quasi ogni domenica non
solo nelle piazze di Vinacciara a Pieve San Lorenzo e di Antognano, ma
anche a Casola, Reusa, Luscignano e Argigliano, paesi tra cui venivano
organizzati veri e propri tornei che portavano al seguito delle squadre,
da un paese all’altro, nutriti gruppi di sostenitori e tifosi, un sano e
onesto svago per le nostre piccole comunità che grazie ad esso
dimenticavano, per qualche ora, la dura realtà del quotidiano. Le sfide,
sempre assai accanite, si concludevano con l’immancabile sfottio dei
vincitori e le accalorate rivendicazioni degli sconfitti.
Questo gioco, sebbene ormai nella zona sia meno
praticato, trova ancora oggi estimatori e appassionati, soprattutto fra
i giovani, che nonostante alcune problematiche organizzative e
logistiche, si ritrovano in piazza, nei giorni liberi da impegni di
studio o lavoro, per una partitella messa su a volte anche alla
spicciolata e trascorrere così qualche ora di svago e di sport, perché,
sicuramente, anche di questo si tratta.
Le regole
Il gioco si svolge fra due squadre con uno o più giocatori, nei
tornei o nelle sfide tra paesi il numero dei componenti della squadra è
di quattro, il punteggio è come nel tennis e la partita finisce quando
una squadra raggiunge i quattro punti. Il campo, una piazza o una
strada, è diviso in due settori da una linea tracciata a terra o,
virtualmente, da due punti di riferimento opposti.
Una delle figure più importanti della squadra è il battitore che
effettua il lancio della palla verso la squadra avversaria.
Appena pronte le due formazioni si stabilisce con "pari o dispari" fra i
due lanciatori avversari, chi avrà il vantaggio di andare a tirare o
ricevere.
Il gioco inizia con un primo lancio, dopo aver avvisato verbalmente la
squadra avversaria con un "Toh!".
Il tiro si effettua facendo rimbalzare la palla in terra in un punto
preciso chiamato "mandador" e poi colpendola a mano aperta per
indirizzarla il più lontano possibile verso quei punti del campo di
gioco dove l'avversario abbia maggior difficoltà a respingerla. La palla
deve essere colpita con il palmo della mano e con il pugno chiuso: se
tocca in qualsiasi altra parte del corpo è "fallo" e in questo caso si
consegnano quindici punti alla squadra avversaria, così come quando la
palla, colpita male, va a finire in una zona al di fuori dell'area di
gioco e lì si ferma in "fallo".
La palla respinta bene, sia al volo che dopo solo un rimbalzo, può
andare fuori campo in "guadagnato" (quindici per chi realizza) se
raggiunge le due zone ben definite alle estremità del campo da gioco, o
in campo e quindi può essere colpita ancora da un giocatore avversario,
sempre al volo o al primo rimbalzo e così via, finché la palla che non è
finita in guadagnato né per l'una né per l'altra squadra, effettua il
secondo rimbalzo in campo ed allora può essere fermata. Nel punto dove
viene fermata si segna la "caccia".
Il battitore continuerà a lanciare finché non saranno segnate due
"cacce" o una squadra non raggiungerà il punteggio di " quaranta e
caccia".
A questo punto le squadre fanno il cambio di campo: chi lancia va a
ricevere e viceversa.
Il battitore dovrà cercare con la prima palla di superare la prima
caccia e con la seconda di superare la seconda, mentre la squadra
avversaria cercherà di impedirlo.
Se entrambe le squadre raggiungono il quaranta, per ottenere il punto
debbono farlo dal "quaranta più".
Se invece una squadra raggiunge i "quaranta buoni", cioè quaranta a
zero, col quindici successivo si aggiudica due punti anziché uno.
Immagini: Antognano, 14 agosto 2004
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